- 4 Luglio 2024
- Curiosità, Materiali e Tecniche
L’oro puro è noto come “24 carati”. Tutti sanno che l’oro in commercio, però, è 18 carati. Tutti lo sanno, ma quasi nessuno si domanda che fine facciano i 6 carati di differenza tra l’oro puro e l’oro commerciale.
Eh già, che fine fanno?
Intanto, un po’ di storia: carati è il termine derivato dai semi di carrube, che hanno la caratteristica, una volta essiccati, di avere tutti lo stesso peso. Perciò, anticamente, erano il contrappeso con il quale si misurava l’oro.
Oggi, l’oro si misura in millesimi, e l’oro 18 carati è composto da 750 millesimi di oro e 250 millesimi di altri metalli. Questi altri metalli, si chiamano lega, e conferiscono all’oro svariate caratteristiche: gli permettono di cambiare colore (non esistono miniere di oro bianco, come qualcuno mi ha chiesto) e soprattutto lo rendono lavorabile. L’oro puro si lavora perfettamente, certo, ma è troppo morbido per conservare la forma: un anello in oro puro si deformerebbe molto rapidamente, perciò molte lavorazioni, compresa l’incassatura di pietre, non sarebbero possibili. Che mondo sarebbe, senza solitario?
La lega, è costituita soprattutto da rame e argento. Per legge, deve avere alcune caratteristiche, che si riassumono nell’assenza di metalli tossici come cadmio, mercurio… Non occorre che chiediate gioielli con leghe senza metalli tossici, la legge vi tutela alla fonte: leghe che contengano metalli pericolosi non sono in vendita, così come i prodotti alimentari non devono contenere veleni (poi, se li volete “bio” è un altro discorso).
L’oro giallo, è composto da una lega che contiene soprattutto argento, che gli garantisce il colore giallo con una sfumatura di verde. L’oro rosso ha una lega con molto rame, e l’oro bianco può essere ottenuto con aggiunte di nichel, o di palladio. Tra questi colori primari, esistono moltissime sfumature. Ad esempio, tra rosso e giallo-rosato c’è molta differenza.
I colori sono stati codificati, molto tempo fa, in una scala di cinque gradazioni: 1N è giallo-verde, 2N è giallo chiaro (noto come giallo italiano), 3N è giallo con una punta di rosa (noto come giallo francese), 4N è rosa e 5N è rosso. Il bianco ha una gradazione a parte: dal “premium white” che è il bianco più chiaro, allo “standard white” che è un bianco un po’ meno smagliante, fino a “off-white” che è bianco tendente al giallo.
Il titolo dell’oro 18 carati, come abbiamo visto è 750 millesimi di oro. Nel 14 carati ci sono 585 millesimi di oro e 415 di lega; il 9 carati è composto da 375 millesimi di oro e 625 millesimi di lega.
Oltre ai metalli principali (rame e argento) una lega ha molti altri componenti che permettono di ottenere una superficie lucida e che rimanga inalterata nel tempo. Altri “ingredienti” permettono agli orafi lavorazioni tecniche molto particolari, come ad esempio le catene, lavorate a macchina, con fili sottilissimi…
E nell’argento?
Funziona nello stesso modo, ma i titoli sono un po’ diversi. I titoli legali, in Italia, sono solo due: 925 e 800. Anche in questo caso, il “resto” è lega, soprattutto a base di rame. Negli ultimi anni sono state sviluppate leghe antiossidanti, che mantengono la superficie dell’argento bianca e lucida. Vi ricordate, quando eravamo piccole, quante ore spese dalla mamma a lucidare l’argenteria di casa? Ecco, è una scena che adesso si ripete con cadenza molto meno frequente, proprio grazie alle nuove leghe utilizzate per la produzione di argento.
Perciò, è vero, non è tutto oro quello che luccica. In parte è anche argento, rame…
Foto di Alexander Grey su Unsplash – (modificata)